Un caso ''di fronte a cui non nasconde un certo imbarazzo'' e ''per il quale non è pilatesco dire che ci sono ragioni da entrambe le parti'': il costituzionalista cattolico Renato Balduzzi, ex-presidente del movimento cattolico Meic, commenta così il conflitto tra governo e presidenza della Repubblica per il decreto sul caso Eluana Englaro.

''Il presidente della Repubblica - spiega Balduzzi - ha preavvisato le Camere per tempo del suo punto di vista e si è quindi mosso con un'assoluta correttezza istituzionale, all'interno della sue prerogative di garante delle istituzioni''. Tuttavia, aggiunge, ''non è pienamente nel giusto chi afferma che in questo caso non si poteva intervenire con un decreto legge perché ci troviamo davanti ad una sentenza definitiva. Infatti, in questo caso si tratta di una decisione che si è formata in assenza di una legge''.

''Ma - spiega ancora il costituzionalista cattolico - questa legge dovrebbe essere una legge organica sulla materia, non una misura di salvaguardia come il decreto varato dal governo''. ''Non direi - prosegue - che il governo con il Dl abbia compiuto un atto abnorme, perché il testo del Dl sottolinea l'assenza di una legge. Ma un decreto di tre righe come quello del governo dovrebbe introdurre una misura di salvaguardia all'interno o in vista di una legge organica di cui si conosca la data di entrata in vigore''. Allo stesso tempo, dal punto di vista giuridico, Balduzzi riconosce che ''i giudici hanno svolto il loro lavoro con correttezza''.

''Ci sono ragioni - conclude il costituzionalista - da entrambe le parti. A chi spetterebbe di decidere'? Alle Camere. Che non possono essere messe a decidere in tre giorni con la pistola puntata alla tempia e con la mente rivolta ad un caso particolare e non all'interesse generale''.