Logge, verità scomode e omicidi: le esperienze impattanti che hanno scosso la Repubblica

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Dicembre 7, 2021

Il sospetto e la deviazione: quando la loggia diventa ombra

L’associazione tra l’istituzione massonica e gli omicidi o i crimini rituali si nutre principalmente di due fenomeni storici e sociali distinti ma interconnessi: le logge deviate e i rapporti con la criminalità organizzata.

 

Le logge criminose: Il caso P2 e lo stravolgimento etico

Il caso più eclatante in Italia, e che ha inciso in modo indelebile sul rapporto tra massoneria e poteri occulti, è quello della Loggia Propaganda Due (P2), guidata da Licio Gelli. Sebbene la P2 non sia stata legalmente una loggia massonica riconosciuta (venne definita una “struttura paramassonica” e poi sciolta), i suoi membri erano personalità di spicco dell’industria, della politica, della finanza e dei servizi segreti.

L’inchiesta sulla P2 ha svelato una rete di potere finalizzata al condizionamento della vita politica ed economica nazionale. Sebbene il fine ultimo non fosse l’omicidio rituale in senso stretto, la P2 è stata tirata in ballo nelle indagini sulle stragi che hanno insanguinato l’Italia (come la strage di Bologna del 1980 e l’attentato al Rapido 904 del 1984), e ha fornito il contesto oscuro in cui avvenivano traffici illeciti e depistaggi.

Il fascino morboso che circonda gli omicidi in questo ambiente deriva dalla percezione che l’appartenenza a queste élite deviate garantisca l’impunità o, peggio, che le vittime siano sacrificate in un gioco di potere più grande. La storia ci ha insegnato che quando la riservatezza delle logge viene corrotta da ambizioni criminali, il passo verso azioni estreme, inclusi gli omicidi, può diventare breve.

 

Esperienze impattanti e casi di presunto rito

La narrativa popolare insiste spesso sull’esistenza di omicidi con movente puramente esoterico o ritualistico, spesso affiancati a figure deviate della massoneria. Queste narrazioni sono alimentate da inchieste che hanno rilevato la presenza di simboli o modus operandi insoliti.

 

L’omicidio Aldo Semerari: decapitazione e simbolismi

Uno dei casi più citati è l’omicidio di Aldo Semerari, noto psichiatra e criminologo, trovato decapitato nella sua auto a Ottaviano nel 1982. La decapitazione, un atto di inaudita violenza e dal forte valore simbolico (spesso associato a rituali di punizione o purificazione), portò gli inquirenti a indagare anche nell’ambiente delle cosiddette “sette nere” e di logge massoniche non ufficiali.

Semerari era una figura controversa, legato a ambienti neofascisti e, secondo le indagini, frequentatore di ambienti massonici di confine. Il suo tragico destino ha alimentato a lungo il dibattito sulla possibilità che l’esecuzione fosse un avvertimento o una punizione legata a segreti scomodi, facendo riemergere il timore degli omicidi a sfondo rituale.

 

La ‘Ndrangheta e l’infiltrazione massonica

Un aspetto meno esoterico ma estremamente reale è l’infiltrazione di membri della criminalità organizzata, come la ‘Ndrangheta, all’interno di alcune logge. Le commissioni parlamentari antimafia hanno più volte evidenziato come l’appartenenza alla massoneria offra ai clan un luogo discreto per tessere alleanze, scambiare favori e ottenere informazioni.

In questo contesto, gli omicidi commessi dai membri massoni coinvolti con la mafia sono omicidi di stampo mafioso, anche se l’appartenenza alla loggia facilita l’occultamento o il depistaggio. Le intersezioni tra affari illeciti, corruzione e ambienti massonici deviati creano un terreno fertile per la violenza, dove la discrezione e i legami riservati diventano strumenti criminali.

 

La voce della Massoneria regolare

È fondamentale sottolineare che le Grandi Logge massoniche riconosciute in Italia si sono sempre dissociate con fermezza da qualsiasi attività criminale o deviata. I loro statuti prevedono l’espulsione immediata di affiliati coinvolti in attività illecite. La massoneria tradizionale si è spesso definita vittima di strumentalizzazioni e di una narrazione sensazionalistica che confonde l’esoterismo con il crimine.

Il dibattito sugli omicidi massonici rimane quindi sospeso tra il piano investigativo, che a volte intercetta elementi deviati e criminali all’interno di queste strutture, e il piano del mito, che trasforma ogni crimine insolito in un presunto “rito occulto”. La realtà, come spesso accade, si annida nella zona grigia delle interconnessioni tra potere, segreto e devianza criminale.