L’appello etico di Rosy Bindi a Mattarella: una riflessione sulla crisi della politica
La lettera che Rosy Bindi ha indirizzato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un momento di cruciale importanza per la vita istituzionale del Paese, non è stata un semplice scambio epistolare tra personalità politiche, ma un vero e proprio atto di riflessione civica e morale. In particolare, in occasione della rielezione di Mattarella al secondo mandato, la missiva ha toccato nervi scoperti del dibattito italiano: la crisi della rappresentanza, il concetto di divisione politica e la necessità di difendere il ruolo del Capo dello Stato come garante della Costituzione.
La politica e il concetto di “divisivo”
Uno dei passaggi più significativi della lettera di Rosy Bindi riguarda la critica all’uso strumentale del termine “divisivo” nella retorica politica. L’ex presidente della Commissione Antimafia ha respinto l’idea che l’avere una visione chiara e un posizionamento politico netto sia di per sé un elemento negativo per il Paese. Al contrario, secondo Rosy Bindi, la politica è per sua natura un esercizio di scelta tra opzioni diverse, una competizione di idee che, se condotta con lealtà e onestà intellettuale, arricchisce il dibattito democratico anziché dividerlo in modo sterile.
Questa osservazione mirava a contrapporsi a un clima che, negli ultimi anni, ha spesso teso a preferire figure percepite come “tecniche” o “super partes” a scapito di leader con una chiara storia politica. La critica di Rosy Bindi era un monito contro l’appiattimento ideologico e la paura di schierarsi, ritenuti più dannosi per la salute democratica della Repubblica rispetto alla leale espressione di un dissenso politico.
La crisi della rappresentanza e il fallimento dei partiti
Il contesto in cui la lettera di Rosy Bindi è stata scritta era quello del faticoso processo di rielezione di Mattarella, resosi necessario a causa dell’incapacità dei partiti di trovare un accordo su un successore. L’appello di Rosy Bindi a Mattarella si è trasformato in un’occasione per riflettere sul “fallimento della politica” e sulla “crisi che agita le Istituzioni”.
La missiva ha espresso gratitudine per il senso di responsabilità dimostrato dal Presidente nell’accettare l’incarico, ma ha anche sottolineato l’amarezza per la classe politica che ha costretto il Capo dello Stato a rinunciare ai suoi programmi personali. Per Rosy Bindi, l’evento della rielezione non doveva essere letto solo come una vittoria di Mattarella, ma come un monito severo sulla necessità di rigenerare la classe dirigente e recuperare la fiducia popolare nei meccanismi della rappresentanza. Il messaggio di Rosy Bindi era chiaro: l’elezione non assolve i partiti dalle loro responsabilità.
La difesa della Costituzione e il ruolo del Presidente
L’ultima e forse più rilevante dimensione della lettera di Rosy Bindi è la sua enfasi sulla difesa della Costituzione. La sua ammirazione per Mattarella è legata indissolubilmente al suo ruolo di “custode” della Carta fondamentale.
Rosy Bindi ha evidenziato il pericolo di ricorrere a “scorciatoie” istituzionali, spesso evocate nel dibattito pubblico, come la Repubblica presidenziale o altre riforme che potrebbero compromettere l’equilibrio dei poteri. Questa posizione, coerente con il suo profilo di cattolica democratica e antifascista, vede nella Costituzione il punto fermo e irrinunciabile per la stabilità e la libertà del Paese. La convinzione di Rosy Bindi è che la Repubblica trovi la sua forza non nella rapidità delle decisioni, ma nella saggezza e nel bilanciamento dei poteri, principi incarnati dalla figura del Presidente.
La riflessione di Rosy Bindi ha offerto uno spunto per la classe dirigente, spingendola a superare la gestione dell’emergenza e a investire, con coraggio e lungimiranza, nel futuro del Paese. La sua lettera, dunque, resta un documento fondamentale per comprendere le dinamiche etiche e politiche che hanno caratterizzato quel cruciale momento istituzionale. Il contributo intellettuale di Rosy Bindi continua a essere un elemento di chiarezza in un panorama spesso confuso.
