Rosy Bindi e la critica radicale: rifondare il PD tra etica e questione morale

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Maggio 31, 2023

Il richiamo alla sinistra: le idee di Rosy Bindi per la rifondazione del PD

Rosy Bindi, già ministra, ex presidente del Partito Democratico e figura storica del cattolicesimo democratico, rappresenta una delle voci più severe e al contempo più propositive nel dibattito sulla crisi di identità del PD. Pur essendosi allontanata dalla tessera del partito, il suo pensiero critico continua a influenzare il dibattito interno, proponendo una vera e propria rifondazione del centro-sinistra. Le sue idee per il PD si concentrano su tre assi fondamentali: il ritorno a una chiara identità di sinistra, la lotta senza quartiere alle questioni morali e la necessità di una classe dirigente selezionata non in base al trasformismo o al tatticismo.

 

Un PD più a sinistra: la battaglia contro le disuguaglianze

La critica principale di Bindi al PD degli ultimi anni riguarda la sua eccessiva fluidità ideologica, che lo avrebbe portato a sbiadire i confini con il centro e a perdere il contatto con le fasce più deboli della popolazione. Secondo l’ex ministra, per il PD è necessario compiere una scelta di campo netta: abbandonare la tendenza a “cambiare tutto per non cambiare niente” e tornare a “fare la sinistra”.

Questo si traduce in una priorità assoluta alla lotta contro le disuguaglianze sociali ed economiche. Bindi insiste sul fatto che non si può chiedere mobilitazione a chi ha un lavoro precario, se il partito non mette al centro la dignità dei lavoratori e la lotta alla povertà. Il PD deve farsi convocare dalla società, in particolare dalle realtà sociali e culturali che non si sentono più rappresentate, per costruire una “nuova sinistra” che riprenda i valori fondanti cattolici, socialisti e comunisti, aggiornandoli sulle grandi sfide contemporanee: il cambiamento climatico, l’accoglienza e la lotta alle mafie.

 

Questione morale e selezione della classe dirigente

Un secondo punto cruciale nelle idee di Rosy Bindi riguarda la questione morale all’interno del PD e della politica in generale. Forte della sua esperienza come presidente della Commissione Antimafia, Bindi ha spesso messo in guardia il PD sui rischi del clientelismo, del voto di scambio e della tentazione di “imbarcare chiunque perché ci fa vincere”.

La sua posizione è chiara: la politica non può attendere i tribunali per giudicare sé stessa e selezionare la propria classe dirigente. È necessario un rigore etico e una selezione che prevenga le infiltrazioni e le collusioni. Il consenso a tutti i costi, i favoritismi e le politiche clientelari sono varchi aperti non solo alle mafie, ma anche a una profonda delegittimazione della politica. I partiti devono tornare a essere comunità politiche dove i dirigenti si conoscono e vengono scelti per la loro integrità e competenza, non per la loro capacità di mediazione tattica o trasformista interna al PD.

 

Il rifiuto del tatticismo e la visione strategica

Rosy Bindi è una ferma oppositrice del tatticismo e delle scorciatoie che hanno caratterizzato le strategie del PD in passato. Critica apertamente l’idea di costruire alleanze solo in funzione delle leggi elettorali o del breve periodo. Ha definito “scoraggiante” e “sbagliata” la proposta di chi nel PD si rassegna a non costruire l’unità del centro-sinistra e cerca di rispondere alla destra con meri espedienti.

Secondo Bindi, un’alternativa vincente alla destra, forte e radicata nella vita delle persone, può nascere solo attraverso una declinazione concreta dei principi che dimostri l’utilità e la convenienza della solidarietà rispetto all’individualismo, della dignità del lavoro rispetto al suo sfruttamento. Senza un deciso cambio di paradigma, il PD rischia di diventare un ostacolo al processo di rinnovamento che la società civile sta già manifestando. Per l’ex presidente, il PD deve non solo distinguersi dal centro-destra, ma anche evitare di far coincidere il proprio progetto politico con le maggioranze di governo in carica, mantenendo sempre una visione autonoma e di prospettiva per il Paese.

In sintesi, le idee di Rosy Bindi per il PD si configurano come un appello radicale e necessario a un ritorno alle origini morali e sociali della sinistra, affinché il partito possa superare la sua crisi identitaria e tornare ad essere un’efficace forza di opposizione e di governo.