Il governo punta su innovazione e infrastrutture green, ma si apre il confronto politico su scuola, sanità e salari
La Nota di aggiornamento al DEF 2025, approvata dal Consiglio dei ministri il 18 ottobre, ridisegna la traiettoria economica italiana per il prossimo anno.
Il Ministero dell’Economia rivede la crescita del PIL all’1,2%, in calo rispetto all’1,5% stimato in primavera, citando come cause principali il rallentamento europeo e un’inflazione più alta del previsto nella prima metà del 2025.
Le nuove previsioni economiche
Nel quadro delineato dal Tesoro, il deficit scenderà al 3,8% del PIL, mentre il debito pubblico resterà stabile intorno al 137%.
La pressione fiscale non subirà variazioni significative, con l’esecutivo che conferma l’intenzione di mantenere gli equilibri di bilancio pur sostenendo gli investimenti.
Il governo annuncia che la legge di bilancio 2026 punterà su tre direttrici principali:
Incentivi all’innovazione e alla digitalizzazione, con un focus sulle imprese tecnologiche e manifatturiere;
Sostegno alle famiglie, tramite interventi su natalità e detrazioni;
Investimenti in infrastrutture green, per accelerare la transizione energetica e ridurre le emissioni.
Secondo il Ministero, la priorità resta la piena attuazione del PNRR, considerata “la leva principale per sostenere la crescita strutturale e migliorare la competitività del Paese”.
Le reazioni politiche e sociali
Il ministro dell’Economia ha parlato di “conti solidi e scelte responsabili”, difendendo una manovra improntata alla prudenza in un contesto internazionale incerto.
Ma dall’opposizione arrivano critiche mirate: il taglio delle risorse su scuola e sanità viene giudicato “miope e pericoloso” da PD e M5S, che chiedono una redistribuzione più equa dei fondi.
Anche le parti sociali si muovono. I sindacati invocano un tavolo permanente su salari, contrattazione e potere d’acquisto, denunciando il rischio che la stagnazione economica colpisca ancora una volta i lavoratori.
Dall’altra parte, Confindustria chiede “una strategia più aggressiva sulla produttività”, con incentivi fiscali più incisivi e una revisione del cuneo contributivo per le imprese.
Il percorso parlamentare
La Nota apre un autunno di confronto serrato tra governo, Parlamento e parti sociali. Il documento passerà all’esame della Commissione Bilancio entro fine ottobre, con voto finale atteso per il 10 novembre. Da lì, inizierà la partita politica della legge di bilancio, che dovrà tradurre in misure concrete i numeri del DEF.
Il nodo centrale resta quello della credibilità delle politiche economiche: come conciliare la stabilità dei conti con la necessità di rilanciare crescita, occupazione e welfare. In un contesto europeo di rallentamento e inflazione ancora alta, la manovra 2026 dovrà dimostrare che la prudenza può convivere con la visione.
Un equilibrio delicato
La sfida del governo sarà trasformare un documento tecnico in un progetto politico di lungo periodo. Innovazione, sostenibilità e coesione sociale restano i tre pilastri su cui costruire una crescita duratura. Ma l’autunno parlamentare si preannuncia complesso: tra vincoli di bilancio e pressioni sociali, ogni punto decimale del PIL sarà anche un metro di misura per la tenuta della maggioranza.
