Ecco il gesto che moltissimi saltano prima di accendere i termosifoni: così risparmi davvero

Ecco il gesto che moltissimi saltano prima di accendere i termosifoni: così risparmi davvero

Ecco il gesto che moltissimi saltano prima di accendere i termosifoni: così risparmi davvero - democraticidavvero.it

Marco Dino

Ottobre 23, 2025

L’inverno entra nelle case prima che lo si percepisca: il corpo si sveglia con mani fredde, sui vetri compare condensa e in molte città si sente il profumo del legno dei riscaldamenti accesi. Prima di premere il pulsante che manda acqua calda nei termosifoni, però, conviene fermarsi e verificare alcune cose fondamentali. Non è solo questione di comfort: scegliere il momento giusto e mettere in ordine l’impianto riduce sprechi e guasti, soprattutto nelle abitazioni italiane dove le norme sull’accensione stagionale variano a regioni. In alcune aree del Nord l’attivazione è consentita già dal 15 ottobre; nel Centro si tende verso il 1° novembre; nel Sud e nelle Isole il via viene spesso posticipato al 15 novembre, mentre città come Reggio Calabria, Palermo e Lampedusa possono avere regole diverse fino al 1° dicembre. È importante ricordare che in Italia la temperatura massima raccomandata per gli ambienti è di 20°C con una tolleranza di due gradi: un parametro che non va ignorato per non compromettere il consumo energetico.

Quando aprire i termosifoni: i segnali che contano

Il criterio più affidabile non è la data sul calendario ma la misura del clima dentro e fuori casa. Diversi tecnici suggeriscono di accendere il riscaldamento quando la temperatura interna scende sotto i 18°C: è una soglia che indica che l’inerzia termica dell’edificio non riesce più a mantenere il comfort. Allo stesso tempo, chi segue i dati esterni nota che quando il termometro esterno resta per giorni sotto i 15°C, diventa difficile stabilizzare la temperatura senza l’aiuto dell’impianto. Queste due soglie non sono regole rigide ma buone pratiche per evitare accensioni premature, frequenti cicli della caldaia e consumi elevati.

Un dettaglio che molti sottovalutano: in appartamenti esposti a nord o con vetri vecchi la sensazione di freddo arriva prima, quindi basarsi solo sulla temperatura esterna può ingannare. Chi vive in condominio lo nota spesso: palazzi con elevata massa muraria mantengono il calore più a lungo, mentre case leggere si raffreddano rapidamente. Per questo motivo è utile monitorare i termometri in più stanze e considerare l’uso di sensori ambientali collegati al termostato per decisioni più precise.

Altri segnali pratici che indicano l’ora di accendere sono visivi: condensa persistente sui vetri, muffa in angoli poco ventilati o la necessità di indossare più strati all’interno della casa. Quando questi segnali si combinano alle soglie di temperatura, la scelta diventa tecnica e non solo emotiva.

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Come usare il riscaldamento senza sprecare: controlli e abitudini utili

Prima di attivare stabilmente il sistema, è fondamentale un controllo tecnico: una verifica della caldaia, la pulizia e lo spurgo dei radiatori sono operazioni che migliorano l’efficienza e riducono i consumi. L’aria intrappolata nei corpi scaldanti abbassa la resa termica; rimuoverla consente di distribuire il calore con minor consumo di combustibile o energia elettrica. Gli installatori consigliano di programmare il controllo annuale con un tecnico qualificato e di ispezionare visivamente tubazioni e valvole per prevenire perdite.

Per l’uso quotidiano, impostare il termostato in modo intelligente fa la differenza. È utile programmare il riscaldamento affinché raggiunga la temperatura desiderata circa un’ora prima del risveglio o del rientro a casa: così si evita il mantenimento costante a regime alto. Ridurre la temperatura notturna tra i 16°C e i 18°C migliora il riposo e può tagliare i consumi di circa il 10% in molte abitazioni. Ventilare brevemente ogni mattina per qualche minuto aiuta a evitare concentrazioni di umidità che peggiorano la percezione del freddo e favoriscono muffe.

Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno: tapparelle o tende chiuse riducono dispersioni notturne, mentre tappeti e arredi vicini ai radiatori possono ostacolare la circolazione del calore. Per questo è consigliabile lasciare libera la superficie davanti ai corpi scaldanti e non coprire i termosifoni con panni o mobili. In questo modo si ottiene un funzionamento più efficiente senza sovraccaricare la caldaia.

Infine, alcuni segnali pratici aiutano a capire se si sta risparmiando: bollette meno alte, meno interventi di manutenzione e una distribuzione del calore più omogenea. Chi adotta questi accorgimenti spesso nota una riduzione delle fluttuazioni di temperatura nelle stanze e una minore necessità di riparazioni, un riscontro concreto che vale più di qualsiasi previsione teorica.