Giovani e lavoro: nel 2025 un italiano su tre sotto i 35 anni vive ancora con i genitori

Giovani vicono con i genitori

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Antonia Cattaneo

Ottobre 23, 2025

Affitti troppo alti e contratti precari frenano l’autonomia degli under 35. Crescono le nuove forme di lavoro, ma la stabilità resta un traguardo lontano

Roma, 17 ottobre 2025 – La nuova fotografia dell’ISTAT sulla condizione economica dei giovani italiani racconta una generazione intrappolata tra ripresa occupazionale e precarietà strutturale. Nonostante i segnali positivi sul fronte del lavoro, il 34 % degli under 35 vive ancora con i genitori e il 27 % dichiara di non potersi permettere un affitto autonomo.

Le radici della fragilità

Secondo il rapporto, le difficoltà derivano dall’aumento dei contratti a tempo determinato, dalla scarsità di salari competitivi e dal costo crescente della vita urbana. Negli ultimi dodici mesi, gli affitti sono aumentati in media del 9 %, con punte del 14 % a Milano e Bologna, città simbolo della mobilità giovanile.
A pesare non è solo l’aspetto economico: oltre il 20 % dei lavoratori under 30 ha lasciato il proprio impiego a causa di stress e disagio psicologico, segno che la precarietà non è più solo materiale ma anche emotiva.

Nuove opportunità, vecchi limiti

Il rapporto segnala una crescita delle professioni digitali e flessibili: smart working, consulenze freelance, startup e microimprese rappresentano il volto più innovativo del lavoro giovanile. Tuttavia, solo una minoranza riesce a trasformare la flessibilità in stabilità. La sociologa Chiara Saraceno, intervistata da Repubblica, sottolinea la necessità di una strategia nazionale per l’autonomia giovanile: “Non basta favorire l’occupazione, bisogna creare le condizioni perché i giovani possano costruire una vita indipendente.”

Le risposte delle istituzioni

Il Ministero del Lavoro sta studiando un piano di incentivi per sostenere l’affitto dei giovani lavoratori e promuovere la formazione permanente, con l’obiettivo di rafforzare competenze e tutele. Alcune regioni, come Emilia-Romagna e Toscana, hanno già attivato bonus locali per gli under 35, mirati a ridurre il divario tra redditi e costo della vita.
Ma gli esperti avvertono: senza un intervento strutturale sul mercato immobiliare e un aumento dei salari medi, il rischio è quello di una generazione sospesa, costretta a rinviare indipendenza, genitorialità e progettualità personale.

Una sfida sociale e culturale

L’ISTAT conclude il report con un messaggio chiaro: l’Italia non può permettersi di perdere il suo capitale umano. Il futuro del Paese dipende dalla capacità di offrire ai giovani opportunità reali di autonomia, non solo lavorativa ma anche abitativa e psicologica.
In un contesto economico in evoluzione, la transizione verso la stabilità non è più un tema individuale, ma una priorità collettiva che coinvolge istituzioni, imprese e famiglie.